Quale giustizia?

Il 20 Febbraio ricorre la Giornata mondiale della Giustizia Sociale, una ricorrenza promossa dalle Nazioni Unite. Ma nonostante anni di mobilitazioni e battaglie, ancora non è chiaro cosa sia e cosa occorre fare per assicurarla a tutt*.

La Bottega Solidale e tante altre realtà del terzo settore e della cooperazione si impegnano quotidianamente per un mondo equo. Eppure, anche noi a volte ci interroghiamo sulla nostra missione, e non possiamo fare a meno di chiederci: cosa vuol dire equo? Esiste equità se mancano altri valori? Ad esempio, esistono equità e solidarietà se manca la giustizia?

Non siamo gli unici a chiederselo. Nel 2009 infatti, con una risoluzione adottata all’unanimità da tutti gli allora 192 Stati membri, le Nazioni Unite hanno proclamato il 20 Febbraio Giornata mondiale della giustizia sociale. Dopo 15 anni però, ancora ci si domanda cosa voglia dire “giustizia sociale”. Perché nonostante sia un principio condiviso da tutt* nel mondo, come dimostra il fatto che i partecipanti dell’Onu hanno sentito la necessità di tutelarlo, una definizione univoca non esiste.

Un quesito vecchio di millenni

Dall’epoca di Platone, l’Uomo si interroga su un quesito apparentemente semplice, ma in realtà molto complesso: cos’è la giustizia? Attraverso le epoche, ognuno ha cercato di dare una propria risposta. 

Il dilemma è che la giustizia sociale presuppone la necessità di coniugare diritti e libertà che, a volte, possono confliggere tra loro. Pensiamo ad esempio alla volontà di “vivere in pace”. Ma cos’è la pace? È solo assenza di guerra? O forse, anche quando i cannoni e le armi tacciono, ci sono situazioni in cui la pace comunque non c’è? Quando i media ci restituiscono racconti da Paesi occupati, regimi di apartheid, dittature e democrature, dobbiamo forse considerarli “in pace” per il semplice fatto che non è in corso un vero e proprio conflitto? In questo senso, allora, anche il diritto alla patria e alla resistenza sono diritti fondamentali. Ma dove finiscono questi, e dove inizia il diritto alla sicurezza dell’altro? O ancora: è sacrosanto tutelare i diritti dei lavoratori, ad esempio i lavoratori del tessile. Allo stesso tempo però bisogna anche rendere la moda accessibile, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista delle taglie. 

Diversi decenni di attivismo hanno permesso di introdurre nel dibattito un concetto fondamentale, che forse può aiutarci a superare questo stallo: l’intersezionalità. L’intersezionalità è una sorta di “microscopio dell’etica”: ingrandimento dopo ingrandimento ci mostra nuove prospettive sulla realtà che ci circonda e ci svela ingiustizie nascoste, che pensavamo lontane anni luce dal nostro focus. Proviamolo insieme, ad esempio, sul problema del divario di genere. A un’occhiata più ravvicinata, scopriamo un’ingiustizia nell’ingiustizia: ci sono donne che subiscono una doppia discriminazione non solo perché sono donne, ma perché ad esempio sono razzializzate. Con un ulteriore ingrandimento, scopriamo i soprusi che subisce, ad esempio, chi è donna non per nascita, ma a seguito di un processo di transizione di genere. L’intersezionalità ci dimostra una cosa: anche se sembrano lontani gli uni dagli altri, molti problemi sono collegati. È importante ricordarcelo, quando pensiamo che battersi per la giustizia sociale sia curare solo “il nostro piccolo giardino”.

E tu, cosa puoi fare?

Ma quindi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare come singoli per contrastare l’ingiustizia sociale? Ci sono molte azioni possibili, ma abbiamo pensato di elencarne tre in particolare che sono particolarmente efficaci:

  • Fare rete: unisciti agli altri e apriti al confronto. Informati sulle battaglie quotidiane delle altre persone. Potresti scoprire che qualcosa che per te sembra scontato e banale, per un altro essere umano non lo è. E potreste imparare a vicenda dalle nostre esperienze, creando un terreno fertile per la solidarietà. Inoltre, molto potente è lo strumento del lobbying: tante persone che chiedono la stessa cosa in coro fanno più rumore di una singola voce isolata. Unendo le forze, possiamo far sentire la nostra voce molto più forte e molto più lontano.
  • Controlla l’etichetta: il potere economico può essere usato come una potente leva per chiedere al mercato di cambiare atteggiamento. Controlla da dove vengono i tuoi prodotti, chiedi di sapere chi e come li produce, fai pressione (di nuovo, facendo rete è meglio!) perché le istituzioni esigano certificazioni accurate e reali dei prodotti che metti nel carrello. Troppo spesso prodotti presentati come “made in Italy”, ad esempio, sono in realtà solo assemblati in Italia; mentre la gran parte del processo produttivo avviene in Paesi in via di sviluppo dove le regole in termini di tutela dei diritti sono più permissive.
  • Pensati tessera del domino: a volte le nostre piccole azioni, messe insieme, possono creare grandi cambiamenti. Cosa succederebbe se, ad esempio, pretendessimo che parte dell’energia che ci viene venduta venisse esclusivamente da fonti rinnovabili? Impara a guardare alle tue piccole azioni quotidiane e a correggere dove puoi errori che a te possono sembrare piccoli, ma se moltiplicati per miliardi di persone in tutto il pianeta diventano grandi ingiustizie.

Cosa facciamo noi di La Bottega Solidale

Anche se non è facile, noi di La Bottega Solidale una risposta abbiamo provato a darla. Cerchiamo ogni giorno di sostenere un mondo giusto, attraverso i progetti che trovi nella pagina dedicata e che ci mettono in contatto con i bisogni della comunità. 

Per noi, giustizia sociale significa sostenere non solo i nostri personali progetti, ma anche i sogni di altre realtà del territorio diverse dalla nostra. In un certo senso, potremmo dire che per noi giustizia sociale significa, anche, fare rete per crescere insieme e sostenerci a vicenda nei nostri obiettivi, compreso quello che ci unisce: un mondo di esseri umani liberi di esprimersi e di condividere ciò che il pianeta ci offre generosamente.

Uno dei nostri ultimi progetti, hai già letto di più sulla pagina dedicata?

Certo, non è sempre facile, ma è sicuramente stimolante poter imparare anche dalle critiche costruttive e dalle prospettive di chi guarda ai problemi da un altro punto di vista. Il dialogo che instauriamo con le altre associazioni è uno dei momenti più elettrizzanti del nostro percorso nel mondo. Non solo: per noi è importante conoscere il vostro parere, di voi lettori e consumatori, in modo da potervi offrire prodotti e servizi a misura delle vostre esigenze.

Per questo, se ti piace quello che facciamo o non ti piace e hai suggerimenti da proporci, vorremmo sottoporti un breve questionario che ci aiuterà a capire in che direzione crescere e come possiamo migliorarci ancora. Perché crediamo che un mondo veramente giusto, equo e solidale, si fa solo che camminiamo tutti insieme verso il futuro.